Un progetto proposto da Stalker
per ROMARAMA 2020 il palinsesto culturale promosso da Roma Capitale e realizzato in collaborazione con SIAE
dal 31 agosto all’11 ottobre 2020
ROMA
con il contributo di
in collaborazione con
Sabato 10 ottobre ore 16
Lago Bullicante, via di Portonaccio 230
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Lorenza Zambon, Semi di futuro
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Un incontro con l’attrice giardiniera, Lorenza Zambon, sulla sua personale ricerca
che da anni porta avanti attraverso spettacoli teatrali tra umano e natura.
“La terra, le piante, i semi non cessano di riservarmi sorprese, mi portano ogni giorno
di più su strade nuove, in cui il mio sguardo e il mio passo continuano a cambiare.
Vorrei accompagnarvi, farvi vedere l’imboccatura di certi sentieri …vedrete, portano in un mondo di meraviglia.”
Un attraversamento a piedi dei luoghi più selvatici di Roma Est da largo Preneste, dove è emerso il lago Bullicante, fino a San Vittorino, un borgo collinare punto più orientale del comune di Roma. Il percorso collega diversi laghi emersi inaspettatamente a Roma Est come reazione allo sfruttamento umano del territorio (lago Bullicante, lago di Salone, lago di Roma Est,...). Disegneremo con i nostri passi un nuovo corridoio di possibilità e relazioni tra entroterra, spazi dismessi e centro città. Tracceremo una exit strategy da un modello di vita insostenibile in cerca di forme di vita nuove, seguendo il riemergere del Selvatico nel cuore dei sistemi oggi evolutivamente più dinamici, gli spazi dismessi delle metropoli.
Se recidiamo il vincolo coevolutivo tra Roma e il Lazio, se uccidiamo il Lazio dentro Roma e castighiamo il Lazio fuori di Roma, questa città non saprà più vivere il proprio senso trimillenario e il territorio laziale diverrà un deserto definitivo.
(Armando Gnisci noialtri europei Saggi di letteratura comparata su identità e luoghi di Europa. Roma, 1994)
SPONTANEAMENTE celebra, iscrivendolo nelle festività cittadine, l’ancestrale e mitica relazione tra Roma e il suo alter-ego naturale e selvatico: il Latium. Una relazione che si intende ritessere e rigenerare, attraverso azioni artistiche esplorative, esperienze formative e di presa in cura dal basso del territorio selvatico che da sempre insorge spontaneo tra le rovine di passati antichi e recenti nelle pieghe della città, dando ospitalità a usi e pratiche bucoliche e conviviali. Una relazione, quella tra Roma e il Latium, oggi rimossa ma non morta, generatrice di straordinaria e imprevedibile bellezza, da sempre cantata da artisti e poeti che vi colgono l’unicità della città eterna, la sua estraneità al moderno presente in ragione di un tempo altro, impermanente e perenne, che si nasconde tra rovine e natura selvatica e ospita le pratiche conviviali e informali del popolo romano. Oggi è sempre più urgente e necessario comprendere e interpretare il mito di Roma e del suo alter ego Latium, dispiegarlo in una nuova progettualità fondata sulla comprensione delle dinamiche evolutive spontanee del territorio e sul coinvolgimento delle comunità urbane di riferimento, che faccia del rilancio del selvatico e del suo carattere rigenerativo una prospettiva di riorganizzazione del territorio post coronavirus. Infatti all’interno di questi territori hanno luogo processi che abbiamo chiamato neghentropici per la loro intrinseca capacità di rigenerazione spontanea, naturale e sociale.
La Scuola di Urbanesimo Nomade sarà lo strumento aperto e all’aperto per re-immaginare e ri-generare una relazione unica tra abitanti, artisti, studenti e viaggiatori italiani e stranieri e il paesaggio insorgente, selvatico e immaginifico del Latium che ancora penetra sino nel cuore della città.
La Scuola di Urbanesimo Nomade è un percorso di formazione reciproca aperto e attivo per l’intera durata del progetto che si propone di esplorare e condividere la percezione estetica, di cartografare le forme di spontanea e creativa reazione della natura ai danni ambientali perpetrati dalla speculazione, gli usi informali di cura dal basso operate dagli abitanti. Processi che vanno osservati, condivisi rendendoli oggetto di cura e narrazione, affinché ne venga compreso il valore e lasciato esprimere il naturale e creativo sviluppo “selvatico”, non codificato né pianificato, spontaneamente.
La Scuola di Urbanesimo Nomade è un laboratorio gratuito e riservato a coloro che si iscriveranno entro il 30 agosto (via email labstalker@gmail.com max 15), che attraverso camminate, conferenze, happening e laboratori seguirà tutte le fasi del progetto e sarà lo strumento di partecipazione e condivisione per la costruzione della camminata finale da largo Preneste a san Vittorino (2-3-4 ottobre) e della mappatura per l’individuazione di un sistema diffuso di arte ambientale che proseguirà negli anni successivi alla prima annualità del progetto.
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La mappa è lo strumento su cui invitare i partecipanti alla co-costruzione di una cartografia condivisa da cui far emergere nel corso dei tre anni il carattere diffuso e sistemico dei processi e delle pratiche di rinaturazione del territorio, attraverso il disegno di percorsi di connessione, la nominazione e la narrazione di luoghi notevoli, l’individuazione e la promozione delle pratiche sociali. Una cartografia che si configura come un ipertesto wiki, una sorta di nuova carta dell’agro prodotta dal basso. Una cartografia che stimoli la produzione di un immaginario collettivo del selvatico urbano e che faccia da guida per quanti vorranno liberamente addentrarsi alla sua scoperta.
Il progetto coincide con il 25° anniversario di Stalker, movimento nato con “Stalker attraverso i Territori Attuali”, il primo giro di Roma a piedi dormendo in tenda realizzato dal 5 all’8 ottobre 1995 attraverso gli spazi vuoti, abbandonati e selvatici, della città. Stalker opera tra arte, ricerca e formazione, promuovendo l’esplorazione, la comprensione e la cura dei territori e dei processi informali e spontanei di rigenerazione ambientale e sociale che caratterizzano la nostra città. In particolar modo ha proposto uno sguardo innovativo fondato sull’esperienza del camminare attraverso di essi per esplorare tale dimensione e riconnettere in una percezione estetica e in una lettura complessa i frammentati spazi dell’abbandono, dell’oblio e del rifiuto.
Il progetto si rivolge alle comunità locali, coinvolgendo diverse associazioni e comitati cittadini, ad artisti stranieri presenti a Roma selezionati tra quelli presenti presso le accademie e gli istituti di cultura stranieri in città, ai giovani artisti migranti, grazie alla collaborazione con Civico 0 - Save the Children, agli studenti italiani e stranieri a partire dal coinvolgimento del Master in Studi del Territorio - Environmental Humanities - Università Roma Tre e il Master di Arti Performative e Spazi Comunitari - Azienda speciale Palaexpo e Dipartimento di Architettura - Università Roma Tre e il Circolo Scandinavo di Roma.
Il progetto è vincitore dell'Avviso Pubblico "Estate Romana 2020 – 2021 - 2022", fa parte di Romarama 2020, il palinsesto culturale promosso da Roma Capitale, ed è realizzato in collaborazione con SIAE